Il Naloxone è uno strumento fondamentale per la riduzione del danno e uno strumento fondamentale per garantire la tutela della salute dei consumatori e anche l’accesso ai servizi e più in generale per rendere concreto l’avvio alla cura di sé per i consumatori di oppiacei. Questo è un fatto assodato su cui non è necessario, credo, tornare: ce lo hanno ricordato con chiarezza i contributi che la Carovana Mai senza Naloxone ha portato lo scorso 17 gennaio, nel corso della prima tappa a Firenze.
Altra cosa invece è descrivere la realtà delle cose in una regione evoluta per un lato, sulla riduzione del danno, come è la Toscana.
Nella nostra regione infatti ancora la distribuzione del Naloxone, in fiale o con il device spray che lo rende ancora più utilizzabile da tutti, non è cosa assodata.
Manca concretamente un autorizzazione formale da parte delle autorità sanitarie regionali per il suo utilizzo e la sua distribuzione da parte dei servizi di riduzione del danno, che oggi lo utilizzano ma diciamo informalmente. Tale mancanza fa si chi si creino dei vuoti anche dal punto di vista della spesa relativa, solo in pochissimi casi viene acquistato dalle aziende sanitarie e distribuito ai progetti di riduzione del danno, con una spesa che aumenta fino a 5 volte rispetto al costo che si dovrebbe sostenere se fosse inserito esplicitamente nelle spese del servizio sanitario pubblico. Una spesa maggiore che va ad incidere sui budget dei progetti, togliendo risorse per le attività operative.
Collegata a questa situazione di non riconoscimento formale di questa pratica riteniamo vi siano anche altri aspetti come la stabilizzazione di tavoli che si occupano del monitoraggio delle overdose, cosa necessaria e urgente a nostro avviso. É importante infatti che in regione venga ripreso il lavoro della commissione sulle overdose che attualmente è stato interrotto, mentre il suo lavoro è stato importante per definire meglio la codifica ufficiale delle registrazioni molteplici che usano i servizi e quindi arrivare ad un monitoraggio reale della casistica.
Stiamo assistendo purtroppo nell’ultimo anno ad un aumento dei morti per overdose riconosciuti, e come vediamo lo sviluppo dei fenomeni di consumo preoccupa sia per l’incremento delle pratiche iniettive sia per la paura dell’arrivo di molecole pericolose come i fentanili, arrivo ancora non dimostrato ma da monitorare con attenzione. Di fronte a ciò gli strumenti che possiamo utilizzare non mancano, il Naloxone ne rappresenta uno fondamentale, ma dovranno essere integrati con altri, come il Drug Checking, che in Italia ancora faticano ad essere strutturati e diffusi nei territori.
Di fronte a questa situazione il sistema di servizi di riduzione del danno in Toscana rappresenta una risorsa fondamentale, dato che è piuttosto sviluppato e capillare nelle sue dislocazioni negli ambienti di consumo.
É necessario che questo vada compreso e sostenuto in modo deciso sia dalla regione che dai servizi sanitari territoriali delle tre aree che coprono l’area regionale.
Siamo infatti di fronte ad una scadenza importante che è quella della delibera regionale che sostiene il 70% dei servizi di riduzione del danno in Toscana e senza un impegno politico deciso da parte delle autorità regionali, dei servizi per le dipendenze e degli altri soggetti coinvolti (ANCI e CNCA) rischiamo di rimanere appesi ad una condizione di precarietà assoluta di fronte al futuro immediato. Sappiamo che questo accordo, che rinnova per un triennio i servizi, è ancora fondamentale sebbene il futuro della stabilizzazione di questi servizi saranno il LEA, recentemente approvati ma ancora sospesi nel vuoto sia per l’assenza di risorse destinate che per la mancanza di standard completi e condivisi.
In definitiva, il lavoro da fare appare ancora cospicuo e urgente, sia a livello tecnico che a livello politico: auspichiamo che non saremo i soli a rendersene conto.